LE MIE CINQUE REGOLE DEL RITRATTO FOTOGRAFICO.

SONO LE MIE REGOLE, PRIVE DI ALCUN RIFERIMENTO A MANUALI E CORSI FOTOGRAFICI.

Qualcuno ovviamente potrebbe obiettare sulla bontà di queste regole totalmente soggettive, rispondendo “Hey, ma a me non servono, non ho i tuoi problemi e non uso i tuoi soggetti”.

Vero, ma più vado avanti e più mi rendo conto che le posso usare con le situazioni di ritratto più disparate.

1. TOGLI IL TAPPO DALL’OBIETTIVO ( E DALLA MENTE)

Non pensare una persona come soggetto fotografico. Parti dal presupposto che di fronte hai un essere umano con una storia e quello che vedi è anche un po’ il frutto di questa storia.

Non significa che devi rompere i coglioni durante la sessione fotografica, tempestando di domande su vita, morte e miracoli di chi hai di fronte. Semplicemente instaura un dialogo, bevici un caffè e chiacchera un po’.

Nel frattempo guarda ed osserva le espressioni: quando sorride e perchè, se si incupisce, cosa ti piace e cosa non ti piace. Non serve un’ora, bastano dieci minuti.

 

ritratto fotografico @gabriele donati fotografo

 

2. CERCA DI CAPIRE IL FINE DI QUESTO RITRATTO

Perchè devi fotografare? A cosa serve questo ritratto?

Non rispondere “devo fare un test” o ” è solo una prova”. Pensando a questo, otterrai soltanto una prova, una cosa che se ti va di culo, farà quasi schifo.

Se non è un fine imposto per lavoro (un ritratto commissionato), studialo per bene! Vuoi rappresentare una persona d’affari? pensa all’abbigliamento, alle posture, alle espressioni.

Con un’unica immagine devi rappresentare un concetto ben preciso, non lasciare al caso.

Usa l’istinto, ma non essere troppo precipitoso lasciandoti impossessare dal dito impazzito. Scatta una foto poi aspetta qualche secondo, ragiona come se avessi un rullino di 36 pose.

 

ritratto@ Gabriele Donati Fotografo _ fashion photo _ 16

 

3. B/N O COLORI?

La diatriba eterna se uno scatto di ritratto debba essere a colori o in bianco e nero.

In realtà questa è una “non-regola”, in quanto non ci deve essere una limitazione alla visione personale. Se ti va il colore, usalo. Se ti va senza colore, non usarlo.

Personalmente, cerco di vedere fin da subito se è meglio una ipotesi o l’altra. Scatto sempre a colori e poi con una sana postproduzione, la trasformo oppure no.

Non significa che per fare un bianco e nero, desaturo una foto a colori! Il bianco e nero vero è quello ottenuto come se avessi il Tmax 400, magari con un filtro colorato per esaltare un contrasto in particolare. Chi usa photoshop sa bene dove andare a parare per fare questo lavoro.

Maledizioni del demone Puzuzu per chi usa la desaturazione selettiva! E’ il male del mondo!

 

 

4. TROVA IL TUO STILE

Per trovare il tuo stile, copia! Copia! Copia! Cerca di imitare le foto dei grandi fotografi, cerca di comprenderne la tecnica. Quando trovi qualcosa che ti piace, fallo tuo.

Il tuo stile sarà la mediazione di tutto quello che sai fare e che ti piace fare.

 

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5. DIMENTICATI DI QUESTE REGOLE

Altrimenti dovrò ucciderti. No, scherzo, non ti ucciderò, ma tu dimentica queste regole e tutte quelle che impari per fotografare qualsiasi cosa.

La parola d’ordine è INTERIORIZZAZIONE: devi arrivare al punto che ogni regola sarà un automatismo, in modo da poter liberare la mente dal guazzabuglio che diversamente avresti.

Per tutto questo serve ESERCIZIO!

BUON RITRATTO!