IL CONTESTO DELLA FOTOGRAFIA MODIFICA LA PERCEZIONE DELLA STESSA.
Avevamo già affrontato questo discorso in un altro post,
Il punto era: quanto siamo influenzati dalle informazioni che riceviamo riguardo ad una fotografia? In poche parole, quanto la didascalia può far cambiare percezione di un’immagine?
Nella fotografia in apertura ho omesso volutamente la didascalia per poter analizzare l’immagine in maniera libera da condizionamenti. A prima vista è evidente che lo scatto appartiene ad un’altra epoca, a giudicare dagli abiti è chiaro che il periodo è comunque collocato nel XX secolo.
Lo scatto ritrae un gruppo di ragazzi giovani, sorridenti, dall’aria spensierata. Potrebbe sembrare una riunione di guasconi intenti a pensare qualche scherzo per divertirsi.
I loro sguardi trasmettono speranza, voglia di vita.
Cosa può differenziare una situazione del genere da qualsiasi situazione che abbiamo vissuto noi? Probabilmente ciascuno ha potuto condividere momenti di amicizia e serenità simili a questo.
Probabilmente ognuno di noi avrà una percezione positiva di questa fotografia.
Scendiamo ad un livello meno superficiale di analisi: l’abbigliamento di alcuni ragazzi è di tipo militare; diversi indossano divise. A qualcuno non sarà sfuggito che il secondo ragazzo da sinistra indossa una fascia al braccio con un simbolo ben noto: la svastica.
A questo punto potrei rivelare la didascalia dell’immagine: la fotografia è stata scattata il 10 maggio 1933 e rappresenta militari e studenti nazisti che radunano giornali e libri sequestrati per poterli bruciare sull’ Opernplatz.
In questo istante la nostra percezione avrà fatto un salto da positiva a negativa in pochi attimi.
Ecco perchè la didascalia influenza in maniera sostanziale nella lettura e percezione di una fotografia. Quanto è giusto sapere in anticipo di cosa si parla?
La fotografia è come dice John Berger “un’attimo rubato al tempo” dove non c’è chiave di lettura. La macchina fotografica riporta sensazioni ed emozioni di quel esatto istante, non ha bisogno di essere mediato perchè il futuro ed il passato non gli appartengono.
Se infatti a questo punto vi dicessi che il personaggio con la svastica al braccio era un infiltrato con il compito di salvare alcuni testi preziosissimi e rari? Si capisce che la percezione ancora una volta farà un passaggio sul lato opposto delle sensazioni.
Questo è il metodo con cui le fake news nei social influenzano l’opinione su una determinata tematica
Fondamentali sono questi elementi:
1- didascalia (titolo) che spiega in poche, pochissime parole un fatto. (es. “extracomunitario investe italiano e poi scappa”)
2- immagine generica che svincolata dal contesto, non potrebbe suscitare particolari sensazioni ( es. fotografia di un’ambulanza ferma al lato della strada)
3- tendenza della maggiorparte delle persone a non approfondire e leggere solo la didascalia
Credo non sia necessaria alcuna spiegazione ulteriore: l’approfondimento di una fotografia, deve passare inizialmente per l’analisi scevra da ogni influenza. L’approfondimento storico e contestuale deve essere rigoroso e solo successivo ad una prima fase di visione libera, cercando di essere quelli che i libri li salvano e non li bruciano.